A meno che...
...non stiate pensando seriamente di spruzzare sul pubblico, come un vero campione automobilistico! In quel caso bisognerà scuotere vigorosamente la bottiglia. Si creerà quindi un getto di schiuma all'apertura, il cosiddetto fenomeno gerbage, come viene chiamato in Francia. L'effetto doccia è assicurato!
In montagna questo fenomeno è più marcato perché in alta quota la pressione diminuisce e il volume del gas aumenta. Sappiate dunque che non rimarrà molto da bere.
La tecnica di apertura di una bottiglia di champagne richiede grande destrezza.
Per prima cosa, rimuovete delicatamente la copertura del tappo che circonda la gabbietta metallica, l'armatura metallica che avvolge il collo.
Poi, mentre si svita la gabbietta metallica, tenete ben saldo il tappo con il pollice. L'obiettivo è quello di mantenerlo fermo nel caso in cui la pressione insistesse a spingerlo fuori.
Appoggiate la base della bottiglia sul vostro fianco per inclinarla leggermente a 45°. Se la bottiglia bagnata è scivolosa, usate un asciugamano.
Adesso la faccenda si complica: girate leggermente la bottiglia per estrarre il tappo di sughero. Ricordate, è la bottiglia che gira, non il tappo di sughero!
Ora attenzione! Quando sentite che il tappo di sughero comincia a uscire, assicuratevi di non puntare mai la bottiglia di champagne verso il pubblico o verso oggetti fragili. Il tappo salterà nel vero senso della parola.
Per chi ama i metodi delicati, ci sono anche degli appositi apri-champagne che assicurano una buona presa sul tappo di sughero all'apertura.
La tradizione di "sciabolare" lo champagne non è mica nata ieri. Risale all'epoca napoleonica. La sciabola era l'arma scelta dalla cavalleria dell'esercito, gli ussari. Di ritorno dalle battaglie contro l'Impero Austro-Ungarico, la vittoria fu celebrata colpendo le bottiglie di champagne con queste armi. Questa tradizione del sabrage è ormai superata, ma il gesto perdura ancora oggi. Si tratta di un rituale che entusiasma gli ospiti la sera di un grande ricevimento.
Fine della parentesi storica, passiamo adesso al lavoro pratico.
Abitualmente, si sa, tutti abbiamo una sciabola in giro tra gli utensili da cucina, no? Una sciabola elegante, dentro un fodero, da sfoderare per ogni occasione. Se non è il vostro caso, non temete! Prendete un coltello grande e robusto, meno intimidatorio ma in grado di fare il resto.
Una volta rimossa la copertura di peltro del tappo, esaminate attentamente il collo per individuare la giuntura di vetro che si è formata quando sono stati assemblati i due stampi della bottiglia. Si tratta della cosiddetta "cucitura" tra le due parti di cui questa è composta. Questa volta, invece di ruotare la bottiglia, la lama scivolerà lungo questa linea con un colpo secco.
Tenete saldamente la base della bottiglia come un sommelier, con il palmo sotto e la sciabola nell'altra mano. Il tappo di sughero punta verso l'alto per evitare il dramma. La bottiglia è inclinata a 45°.
Utilizzate il lato non affilato della sciabola per raggiungere il bordo inferiore del collo con un colpo secco, facendola scorrere lungo la linea.
Per effetto del colpo e della pressione dello champagne, il tappo di sughero vorrà uscire. La bottiglia si romperà in modo netto, senza schegge di vetro.
Una volta che lo champagne è stato sciabolato, sta a voi farlo definitivamente fuori. Come? Bevendolo tutto d'un fiato... Attenti però a non esagerare!
Alla temperatura di servizio, una bottiglia di champagne espelle il suo tappo ad una velocità di 40 km/h, cioè con una pressione di 2,5 bar. Se la bottiglia viene agitata e rimane esposta al calore, la velocità del tappo può raggiungere i 100 km/h.
Le dimensioni sono importanti: più fini sono le bollicine, migliore è lo champagne.
E se uno dei vostri ospiti vi dice che soffre di placomusofilia, state tranquilli, non è una malattia contagiosa; vi sta solo dicendo che si diverte a raccogliere capsule di champagne, per pura passione.
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