Una denominazione che merita un maggiore riconoscimento
Vini rossi, rosati e bianchi con la mineralità dello scisto, la particolarità del vigneto di Faugères
La denominazione Faugères AOC è stata creata nel 1982 per i vini rossi e bianchi. In particolare i vini bianchi, una produzione più ristretta, sono diventati AOC e sono stati riconosciuti dall'INAO (Istituto Nazionale delle Denominazioni di Origine) nel 2005. La denominazione comprende 7 comuni, rappresentando 57 cantine private e una cooperativa, per un totale di 150 produttori.
In queste terre si possono riconoscere le caratteristiche del clima mediterraneo: estati calde e secche, forti raffiche di tramontana e venti marini che soffiano su questi paesaggi selvaggi.
Un totale di 1943 ettari sono piantati su un terroir scistoso rialzato. Questi scisti gialli, grigi, ocra e arancioni rappresentano uno dei terroir più antichi del mondo e l'unico omogeneo della Linguadoca. Le argille e le sabbie si sono originariamente accumulate sul fondo del mare nel corso di milioni di anni.
Questi sedimenti, compressi e sottoposti a temperature estreme, sono diventati scisti, rocce geologicamente note come "cristallizzate in fogli". Questi terreni, sollevati dalle formazioni montuose delle Alpi e dei Pirenei per dar vita a questo balcone che domina la pianura del Biterrois, drenano l'acqua e sono oggi la particolarità del vigneto Faugères.
Questi scisti di pietra arenaria derivanti dalla compressione delle argille nell'era primitiva conferiscono un'acidità naturale a vini giovani fini ed eleganti.
I vini rossi di Grenache, Syrah, Carignan, Mourvèdre e Cinsault (85% della produzione) regalano in bocca la qualità di vini pieni e potenti, con una bella lunghezza speziata. Un sottile equilibrio di tannini fini e setosi che evocano un leggero profumo di gariga.
I vini rosati offrono note fruttate e gourmet. Vengono utilizzati gli stessi vitigni del vino rosso.
Per i vini bianchi, i vitigni Roussanne, Grenache Blanc, Marsanne e Vermentino, conosciuto anche con il nome di "rolle", sono utilizzati nel blend per esprimere tutta la mineralità dello scisto. Una mineralità che si fonde con la dolcezza degli aromi di mandorla matura o di albicocca.
I vigneti di Faugères, figli di una denominazione recente, si adattano ai palati più esigenti. La fama dei vini di Faugères cresce anche grazie al coinvolgimento dei viticoltori nelle questioni ambientali. Il 45% delle proprietà sono infatti coinvolte nell'agricoltura biologica e/o biodinamica per il 30% della superficie, sull'esempio del Château des Estanilles.
I Faugères rossi possono essere gustati già dopo 2 anni. Sono un ottimo accompagnamento per la selvaggina, lo stufato di carne, l'agnello o i formaggi a pasta molle come il Saint-Marcellin.
I rosati di Faugères sono adatti come aperitivo o con la zuppa di pesce bouillabaisse.
Il bianco di Faugères si sposa bene con i crostacei, il gazpacho, l'arrosto di maiale con albicocche.
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