Tra le regioni del cosiddetto Nuovo Mondo, il Sud America è la più antica, con una produzione vinicola documentata fin dal 1530. La viticoltura, introdotta dai coloni spagnoli in Messico, all'inizio per esigenze di culto, divenne un'attività fiorente nel XVIII secolo in Cile e Argentina, paesi che da allora sono rimasti i due maggiori produttori del subcontinente.
Solo negli anni '80 i cileni e gli argentini hanno preso coscienza del loro enorme potenziale. I loro vigneti, affacciati su entrambi i lati delle Ande, a sud del Tropico del Capricorno, godono di condizioni pressoché ideali: sole in abbondanza, caldo secco che impedisce la comparsa di parassiti, notti fresche e acqua delle Ande disponibile in abbondanza e in modo permanente per l'irrigazione, spesso indispensabile.
I vini cileni hanno origine da un assemblaggio di uve provenienti da varie regioni, quindi sono la firma del produttore, il marchio e il vitigno ad orientare il consumatore.
Tuttavia, nel 2002, il Cile ha adottato un sistema di DO (Denominación de Origen) che delimita le regioni da nord a sud (ad es. Valle Central, di gran lunga la più importante), a loro volta suddivise in sottoregioni corrispondenti a valli laterali (ad es. Colchagua). Questa divisione segue una logica più amministrativa che viticola, ma stiamo comunque assistendo alla nascita di una diversificazione regionale basata sulla ricerca di un equilibrio tra vitigno e regione e all'emergere di grandi vini ottenuti da vigneti specifici.
La regolamentazione delle DO rimane poco restrittiva in termini di rese e pratiche viticole. La menzione in etichetta di una regione significa che almeno il 75% (85% per i vini esportati) delle uve proviene da essa; lo stesso vale per il vitigno e l'annata. Per i vini rossi, il termine Reserva (Especial, Privada o Gran) indica una maturazione almeno parziale in botte.
Immagine: vigneto di Puente Alto, Cile
Come in Cile, il produttore e il vitigno rimangono i due principali punti di riferimento per il consumatore dei vini argentini. Esiste anche una legislazione sull'origine, tra cui la DOC (Denominación de Origen Controlada) e più di 180 IG (Indicación Geográfica), che possono coprire il territorio di una regione (Mendoza), di una sottoregione (Valle de Uco in Mendoza) o di una zona più piccola.
In realtà solo le città di Salta (per le sue Torrontés) e soprattutto Mendoza godono di una solida reputazione.
I vitigni presenti in Sud America sono stati per lo più importati nel XIX secolo. Molti vitigni francesi (Cabernet-sauvignon, Merlot, Chardonnay) ma anche italiani hanno contribuito al grande sviluppo dei vitigni e dei vini del continente. Per questo sulle etichette delle bottiglie di vini sudamericani, si presta una maggiore attenzione al vitigno. L'Argentina coltiva principalmente Malbec e Tannat come l'Uruguay. In Cile invece il Carménère sta diventando una vera particolarità.
Vinificazione dei vini rossi cileni
Cabernet-franc, Cabernet-sauvignon, Carménère, Malbec, Merlot, País, Petit verdot, Pinot Noir
Vinificazione dei vini bianchi cileni
Chardonnay, Muscat, Pinot Blanc, Riesling, Sauvignon, Sémillon
Vinificazione dei vini rossi argentini
Malbec,Tannat, Bordona, Tempranillo, Cabernet-sauvignon,
Merlot, Pinot Noir, Syrah (meno) ; Criolla grande, cereza (varietà autoctone)
Vinificazione dei vini bianchi argentini
Chardonnay, Torrontés, Sauvignon, Chenin, Viognier, Sémillon
Immagine: vigneto di Cafayate, Argentina
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